Coltelli
Per lo scuoiamento e la dissezione, quando non è necessaria un'elevata precisione di taglio. Con lama in acciaio inossidabile di varie forme e dimensioni. Una lama di forma "panciuta" favorisce i tagli lunghi. Per garantirne il corretto funzionamento, i coltelli devono essere periodicamente affilati.
Bisturi
Nell’immagine si osservano tre tipologie di bisturi: dall'alto verso il basso il bisturi a lama intercambiabile, il bisturi a lama fissa e il bisturi usa e getta.
Seghetto
Per ossa, per piccoli tagli
Forbici
Si possono osservare forbici a lama retta o curva e con punte smusse o appuntite. Generalmente la punta smussa va rivolta verso il tessuto più delicato, in modo da non creare lesioni, oppure può essere utilizzata per la dissezione dei tessuti molli. Le forbici possono avere lunghezze diverse.
Forbici
Si possono osservare forbici a lama retta o curva e con punte smusse o appuntite (particolare). Generalmente la punta smussa va rivolta verso il tessuto più delicato, in modo da non creare lesioni, oppure può essere utilizzata per la dissezione dei tessuti molli. Le forbici possono avere lunghezze diverse.
Enterotomo
Si utilizza per aprire il canale enterico. L’estremità arrotondata viene rivolta verso il lume, in modo da non ledere la mucosa.
Pinze
Si distinguono pinze chirurgiche, con estremità dotata di “dente di topo” (in alto), anatomiche, con estremità zigrinata (al centro), e le pinze di Durante, ad estremità arrotondata, zigrinata ai margini (in basso).
Le pinze anatomiche danneggiano meno i tessuti, mentre le pinze chirurgiche permettono una presa più sicura e tenace.
Pinze anatomiche
Dotate di estremità zigrinata (particolare).
Pinze chirurgiche
Dotate di estremità a "dente di topo" (particolare).
Pinze di Durante
Dotate di estremità arrotondata e zigrinata ai margini (particolare).
Pinze di Hallis
Pinze con meccanismo a incastro e punte leggermente espanse e dentellate, utili per la presa tenace ma non eccessivamente traumatica di lembi tissutali. Impiegate nella chiusura delle palpebre per enucleazione del bulbo oculare.
Pinze emostatiche
Utili per clampare un vaso da recidere o per chiudere l’intestino prima dell’asportazione in modo da ridurre la contaminazione del campo autoptico. Possono avere punta con "dente di topo" per una presa più tenace.
Divaricatori di Volkmann a tre punte smusse
Permettono di aumentare l’ampiezza del campo di visuale o di allontanare muscoli e strutture che non si vuole recidere. Importanti anche in fase di repertazione fotografica.
Costotomo
Necessario per l’apertura della cavità toracica. Permette di recidere le coste lungo la giunzione costo-condrale e viene utilizzato con la porzione arrotondata rivolta verso l’interno della cavità, in modo da non danneggiare gli organi toracici.
Specilli e sonde scanalate
Utili per seguire il percorso di una fistola o per valutare la pervietà di un dotto (es. uretere); le sonde scanalate (con impugnatura a farfalla) permettono inoltre di aprire il dotto in questione con bisturi o forbici utilizzando la scanalatura come guida.
Tre-quarti o trocar
Permette di svuotare una cavità corporea dilatata dal suo contenuto gassoso o liquido. Strumento formato da tre porzioni, un cappuccio, una guaina e un’anima. Dopo aver tolto il cappuccio, si inserisce energicamente lo strumento all’interno della cavità, perforandone la parete. Si sfila quindi l’anima in modo che la guaina rimanga in sede, permettendo lo svuotamento.
È uno strumento utile per ridurre il volume del rumine meteorico o dello stomaco in dilatazione acuta, oppure per prelevare liquido da una cavità in cui vi sia versamento imponente.
Scalpelli per osso
Utilizzati con un martello, possono essere di aiuto nell’apertura della cavità cranica, delle cavità nasali o del rachide.
Scalpelli di Brunetti
Distinti in destro e sinistro, dotati di espansione apicale digitiforme (destra e sinistra), da inserire nel foro rachidiano per scalzare la volta della vertebra una volta eseguite le incisioni con uno strumento a sega.
Sgorbia
Di derivazione ortopedica. Usata per raccogliere campioni cospicui di midollo osseo o di materiale corneo ungueale negli ungulati, oppure per recidere l’emergenza dei nervi spinali per il prelievo del midollo spinale.
Scollaperiostio
Di derivazione ortopedica, dove è usato per scollare la lamina periostale. In sede autoptica è usato anche per sconnettere le meningi e resecare le emergenze dei nervi cranici, oltre che per raccogliere midollo osseo dopo l’apertura delle cavità midollari.
Pinza ossivora
Di derivazione ortopedica. Consente di afferrare e staccare porzioni di osso. Ad esempio è utile, nell’apertura del rachide, per staccare l’arco costale dopo l’utilizzo della sega, oppure per staccare spicole ossee consistenti nel prelievo di midollo dalle sternebre o dai corpi vertebrali.
Cucchiaio di Volkmann
Di derivazione ortopedica, dove si utilizza come curette per osso. In sede autoptica si usa per raccogliere, facendo pressione sui tessuti, piccole porzioni di osso o cartilagine. Ne esistono di diverse misure. A destra, particolare del cucchiaio.
Sega oscillante
Necessaria per l’apertura della cavità cranica o del rachide.
Guanto di acciaio
Utile per proteggere le mani da lame di coltelli durante le manualità necroscopiche o durante l’esame d'organo isolato. Viene indossato nella mano opposta a quella che regge il coltello.
Vasetti per istologia
Contenitori in PVC. Hanno una doppia chiusura, a pressione e a vite, così da ridurre il rischio di perdita del contenuto. Infatti solitamente vengono riempiti di fissativi come la formalina, sostanza cancerogena e istolesiva. Il campione che si desidera fissare non deve avere dimensioni maggiori rispetto all’entrata del vasetto In tal caso infatti potrebbe essere difficile estrarlo dal vasetto, poiché, dopo essersi fissato, il campione si irrigidisce notevolmente. I vasetti di PVC sono considerati migliori rispetto a quelli di vetro, che potrebbero rompersi più facilmente. Quando il campione è di dimensioni molto piccole (es. linfonodi, surrenali), prima di introdurlo nel vasetto può essere indicato porlo all'interno di cassette per istologia opportunamente identificate, avendo cura però di non schiacciarlo per non comprometterne la successiva valutazione istologica.