Materiale didattico: Prof.ssa Carolina Castagnetti
Video: Dott.ssa Silvia Sabattini
Ringraziamenti: Dott. Alessandro Pirrone
Mungitura della cavalla
Per assicurare un assorbimento ottimale degli anticorpi presenti nel colostro, la prima poppata deve avvenire entro 2 ore dalla nascita. Se questo non fosse possibile (malattia della madre, rifiuto materno, malattia o debolezza del neonato), è necessario mungere la fattrice e somministrare il colostro quanto prima.
Per procedere alla mungitura è assolutamente necessario che una persona contenga la fattrice con la longhina. Bisogna quindi avvicinarsi alla mammella e accarezzare l’animale partendo dalla spalla e procedendo con cautela verso il fianco e la mammella, sempre rimanendo laterali. Dopo aver massaggiato brevemente la mammella (meglio con la mano bagnata di acqua calda), si può procedere alla mungitura completa di entrambe le mammelle. Il colostro ottenuto va quindi filtrato con una garza per eliminare le impurità più grossolane.
Prima di somministrare il colostro al puledro (o eventualmente di congelarlo), è molto importante valutarne la qualità. In alcuni casi infatti (nascita prematura, malattia della madre, perdita del colostro prima del parto, ecc.) il colostro potrebbe non contenere una quantità di anticorpi tale da assicurare un adeguato trasferimento dell’immunità passiva. Un colostro di buona qualità dovrebbe essere denso e “appiccicoso” al tatto, avere una concentrazione di IgG di 1500 -12000 mg/dl e un peso specifico di almeno 1.060 (misurato con un colostrometro) o una percentuale Brix >20-25% (misurata con un refrattometro con scala Brix).
Per la somministrazione del colostro in puledri che non presentino un riflesso della suzione vigoroso è consigliabile l’introduzione di un sondino rino-gastrico.
Un catetere urinario da stallone (con un diametro ≤1 cm) può essere facilmente introdotto e lasciato per qualche ora. Durante l’introduzione, la testa del puledro va mantenuta flessa sul collo. Il passaggio del sondino in esofago è facilmente visibile sul lato sinistro del collo e può essere anche percepito alla palpazione. Il colostro va quindi somministrato lentamente, per gravità e non va scaldato oltre i 37°C. Nel caso che la nutrizione enterale assistita debba essere protratta anche dopo la somministrazione del colostro, è necessario introdurre dei sondini più morbidi.
Nel video viene introdotta una sonda esofagea CH18 (125 cm x 6 mm) utilizzando la guida (lubrificata) di un catetere urinario da stallone. Esistono inoltre sondini di piccolo diametro (12 Fr, 114 cm) in poliuretano, molto morbidi, che possono essere lasciati in situ anche per settimane e che permettono addirittura all’animale di nutrirsi alla mammella. In questo caso l’introduzione è più difficoltosa e non sempre è possibile percepirne il passaggio attraverso l’esofago. Per irrigidirli prima dell’introduzione, è consigliabile tenerli in freezer per 15 minuti; molto utile è anche l’utilizzo di una guida rigida. Per verificarne l’esatta collocazione, si introduce una piccola quantità di aria nel sondino e si ausculta contemporaneamente il gorgoglio dell’aria nello stomaco. Questi sondini possono essere fissati con un abbassalingua, come il sondino da ossigenoterapia, e vanno introdotti nello stomaco, per monitorare la presenza di reflusso prima di ogni pasto.
La gestione del sondino deve essere eseguita con molta cura, per evitare l’insorgenza di complicazioni; ecco schematicamente i passi da compiere a ogni pasto:
Le più comuni complicazioni causate dalla presenza del sondino rinogastrico sono reflusso, irritazione del naso e del faringe, polmonite ab ingestis e ulcere gastriche. Per questo è consigliata la contemporanea terapia con gastroprotettori.
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