Materiale didattico: Prof.ssa Carolina Castagnetti
Video: Dott.ssa Silvia Sabattini
Visita della fattrice gravida a termine
Dopo la raccolta del segnalamento e dell’anamnesi generale, è importante approfondire l’anamnesi riproduttiva remota (relativa alle gravidanze precedenti) e recente (relativa alla gravidanza in atto).
È importante non trascurare l’EOG, in quanto lo stato generale di salute della madre è fondamentale per la salute del feto.
L’EOP dell’apparato riproduttivo inizia con l’ispezione dei profili dell’addome e l’ispezione del perineo, sollevando la coda dell’animale e osservando la conformazione e l’aspetto della vulva e del perineo e la presenza di eventuale scolo; questo può imbrattare la coda e gli arti posteriori.
L’esame vaginale viene eseguito solo se ritenuto necessario dal personale medico, per esempio in presenza di scolo vaginale: in questo caso si pulisce accuratamente l’area perineale, si indossa un guanto da esplorazione rettale sterile e si palpano vagina e cervice, oppure si esegue un’ispezione vaginale tramite inserimento di uno speculum sterile; in presenza di scolo è consigliata l’esecuzione di un tampone per esame colturale.
Per la palpazione dell’apparato genitale, si indossa un guanto da esplorazione rettale (in assenza di anelli, braccialetti, orologio), si lubrifica, si introduce la mano nel retto e, dopo svuotamento dell’ampolla rettale dalle feci, si esegue una palpazione transrettale dell’utero.
Viene quindi eseguita la palpazione delle mammelle e, nella fattrice gravida a termine, valutata la concentrazione di calcio nelle secrezioni mammarie (quando presenti) mediante test rapidi semiquantitativi e/o quantitativi.
La visita ostetrica è sempre completata con un’ecografia transrettale: si indossa un guanto da esplorazione rettale (in assenza di anelli, braccialetti, orologio), si lubrifica, si introduce la mano nel retto e, dopo svuotamento dell’ampolla rettale dalle feci, si esegue una ecografia transrettale dell’utero. Nella fattrice gravida a termine, oltre all’approccio transrettale, è possibile eseguire una ecografia transaddominale con animale in stazione quadrupedale. Questo approccio è di solito utilizzato solo in presenza di una gravidanza a rischio, quando cioè dall’anamnesi o dall’esame fisico emergono elementi che possono far sospettare che la gravidanza possa non essere fisiologica (per es. patologie delle precedenti gravidanze, patologie dei neonati, dimagramento, lattazione prematura, scolo vaginale, ecc.).
Nella fattrice gravida a termine, specialmente in presenza di una gravidanza a rischio, il personale medico può richiedere l’esecuzione di alcuni esami collaterali su sangue giugulare (glicemia e lattatemia rapide, esame emocromocitometrico, profilo biochimico fattrice).
Normalmente la prima fase del parto (fase dilatante) può durare fino a 8-10 ore, con manifestazioni cliniche molto variabili. In alcuni casi sono presenti dolori colici, sudorazione, tachicardia, minzione e defecazione frequenti, nervosismo, in particolare nelle primipare; in altri casi la prima fase può passare assolutamente inosservata. L’inizio della seconda fase (fase espulsiva - video) coincide con la rottura del corionallantoide a livello della stella cervicale e con la fuoriuscita del liquido allantoideo. Questa fase deve durare meno di 30 minuti, ma già entro 5 minuti gli arti anteriori del puledro, uno sopravanzante l’altro di 10-20 cm per diminuire il diametro bisacromiale, dovrebbero essere visibili alla rima vulvare. In genere la fattrice mantiene il decubito sternale o laterale durante gli ultimi minuti del parto, ma alcune si alzano e si sdraiano più volte. In caso di parto eutocico, è consigliato non disturbare la fattrice entrando nel box, specialmente durante la prima fase, ma osservare attentamente il procedere degli eventi. Solo al momento della presentazione della testa all’interno del sacco amniotico può essere utile liberare le prime vie del puledro lacerando l’amnios per evitare l’aspirazione di liquido. Il prelievo del liquido amniotico può essere indicato in presenza di una gravidanza a rischio (per es. placentite) per effettuare alcune indagini diagnostiche (coltura e lattato). La trazione del feto durante la fase espulsiva dovrebbe essere eseguita solo se necessario e seguendo alcune precauzioni: la forza applicata non deve essere eccessiva (al massimo 2-3 persone), in presenza di un canale del parto ben lubrificato, sempre in sincronia con le contrazioni della madre e in direzione dei garretti della fattrice.
Normalmente il puledro neonato assume la posizione sternale subito dopo la nascita, spesso con gli arti posteriori ancora impegnati nel canale del parto. La prima valutazione dopo la nascita (entro 5 minuti) può essere fatta attraverso il sistema APGAR (Appearance, Pulse, Grimace, Activity, Respiration), applicato di routine nel bambino. Di seguito, uno dei punteggi APGAR modificati utilizzati nel puledro.
Parametro | 0 | 1 | 2 |
Mucose | pallide | rosa chiaro | rosa carico |
Frequenza cardiaca | assente | <60 bpm | >60 bpm |
Frequenza respiratoria | assente | <30 atti/min, irregolare | >30 atti/min, regolare |
Tono muscolare | decubito laterale | tenta di assumere il decubito sternale |
decubito sternale |
Risposta allo stimolo |
nessuna | debole reazione della testa |
scuote la testa, cerca di alzarsi |
Un punteggio totale di 8-10 è normale, un punteggio di 6-8 è indicativo di una lieve asfissia e un punteggio <6 di una asfissia grave. Il punteggio della puledra del video è 8, perché le mucose sono rosa pallido e la risposta allo stimolo è debole. La puledra infatti è nata a 366 giorni di gravidanza e presenta segni di dismaturità (peso corporeo 27 kg) causata da insufficienza placentare cronica per ipolplasia diffusa dei villi coriali.
Nei primi momenti di vita può essere utile, se non provvede la madre, stimolare la respirazione frizionando energicamente il neonato e mantenerlo in posizione sternale con gli arti anteriori estesi, se non è in grado di farlo autonomamente. L’esame clinico completo può essere normalmente rimandato di qualche ora. Se tutto procede normalmente, infatti, è preferibile lasciare soli madre e puledro, perché si istauri un fisiologico legame. La fattrice con una buona attitudine materna emette dei vocalizzi e annusa a lungo il neonato; il riconoscimento infatti è inizialmente solo olfattivo, diventa vocale a una settimana circa e visivo solo verso le due settimane. La presenza umana invadente o aggressiva durante queste prime ore può interferire con il legame tra madre e puledro, con ripercussioni gravi sul comportamento materno.
Entro 20 minuti il puledro deve già presentare un buon riflesso di suzione e dopo 15-165 minuti (in media 1 ora) assumere, dopo qualche tentativo, la stazione quadrupedale. Durante i primi tentativi di alzarsi, o se si alza prima la fattrice, il cordone ombelicale si lacera normalmente in un punto di minor resistenza.
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