Contenimento del Cavallo

Materiale didattico: Prof. Alessandro Spadari
Video: Dott.ssa Silvia Sabattini
Ringraziamenti: Dott. Riccardo Rinnovati

 

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Manuale sicurezza grandi animali
 
 

È fondamentale nel paziente equino il controllo della testa, ottenuto mediante l'uso di finimenti quali capezza e longhina. La capezza avvolge il muso dell'animale, passa dietro alla nuca e si allaccia lateralmente. La longhina è una corda di varia lunghezza (da un metro e mezzo a dodici metri) che presenta all'estremità un moschettone per agganciarla alla capezza.

È possibile l'uso di due longhine, attaccate ciascuna ad un anello laterale della capezza e fissate ciascuna ad un sostegno, una a destra e una sinistra dell'animale. In questo caso si dice che il cavallo è legato "ai due venti".

Cavallo legato ai due venti

Un contenimento di breve durata può essere ottenuto diminuendo la base di appoggio e quindi la stabilità dell'animale. Il metodo più pratico è quello di sollevare un arto anteriore (stazione tripodale), flettendolo fino a portare lo zoccolo a livello del gomito. La manualità deve essere effettuata con prudenza, avvicinandosi al cavallo sul lato sinistro, accarezzando l'arto in senso prossimo-distale e afferrando poi il pastorale con manovra rapida e sicura.

Un metodo di contenimento utilizzato soprattutto in passato è il torcinaso, costituito da un anello di corda applicato all'estremità di un manico di legno. Il labbro superiore del cavallo da contenere viene fatto passare all'interno dell'anello, che viene poi stretto facendo girare il manico sul suo asse maggiore.

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